ALLA STORIA DELL'ANTICO EGITTO
Nonostante esista una smisurata quantità di ricerche e di studi sull'Antico Egitto, non esistono però, a tutt'oggi, dati certi sull'origine del popolo che animò questa magica terra.
Infatti non ci è dato di sapere da dove venissero queste misteriose genti e, purtroppo, neanche quando e come fossero giunte nelle valli del Nilo. Sappiamo però, con certezza, che in un tempo remoto l'Egitto non si presentava arido e desertico come lo si vede oggi.
Molti geologi, attraverso un rigoroso metodo di indagine scientifica, sostengono, che al posto delle silenti estensioni desertiche del grande Sahara, nel 15.000 a. C., si estendessero ricche e lussureggianti savane. Sempre secondo il parere di questi scienziati, la grande mutazione idro-geologica e climatica del paese avvenne alla fine dell'ultima era glaciale che, sempre secondo le loro tesi, si concluse con un grande e catastrofico diluvio.
Successivamente, con il ritiro delle acque, la desertificazione sahariana invase migliaia e migliaia di chilometri quadrati facendo scomparire la rigogliosa savana e lasciando una sottile striscia di terra, verdissima e fertilissima, situata ai margini di un grande fiume.
I territori di cui stiamo parlando sono gli stessi che hanno visto fiorire miti, leggende e infinite storie, non solo del popolo egizio ma anche di quelle dei discendenti di "Padre Abramo".
La comunità scientifica internazionale, sta formulando ipotesi, sempre più accettabili, in merito alla teoria secondo la quale l'alluvione conseguente all'era glaciale sia quella stessa di cui si parla, con grande e devota convinzione, nelle bibliche scritture.
Altri ancora reputano credibile che il diluvio in questione sia quello stesso ricordato da Platone nel Timeo, a seguito del quale Atlantide, il continente situato in mezzo all'omonimo oceano, scomparve improvvisamente.
Ad ogni modo, da valutazioni scientificamente attendibili, il diluvio avvenne intorno al 10.000 a.C.. Da questa epoca lontana l'Egitto assunse l'aspetto idro-geografico che ancora oggi è possibile vedere.
Le acque del Nilo, come nell'Antico Egitto, scorrono ancora oggi, per 1500 km da Sud a Nord dividendo l'intero paese in due grandi aree, quella occidentale costituita dal grande deserto libico e quella orientale dal deserto arabico, delimitata a sua volta, a est, dallo splendido e silente Mar Rosso.
Queste condizioni geografiche e climatiche conferirono alla valle del Nilo, caratteristiche energetiche ed ambientali uniche e tali da favorire la nascita e lo sviluppo della civiltà egizia.
Come già accennato le rive del fiume sono contornate da territori fertilissimi ma, come si può immaginare, questi non sono molto estesi. Infatti la terra fertile, lussureggiante di verdi palme e di terreni coltivati, non si estende per più di 10/20 km. di larghezza.
Per comprendere bene lo sviluppo che l'antica civiltà egizia ha avuto nei suoi lunghissimi 4000 anni di storia, è bene tenere presente, durante la visita dei siti archeologici, la descrizione di alcuni aspetti idro-geologici e climatici della lunga valle del Nilo che, come vedremo, sono connessi ai simboli e ai miti che animarono, oltre al sistema teologico e religioso, anche la scienza, l'arte e l'organizzazione sociale di questo antico e meraviglioso popolo.
Erodoto, nei suoi resoconti, a proposito di questa antica terra afferma: "l'Egitto è un dono del Nilo".
Anche gli antichi egiziani la pensavano nello stesso modo tanto da rappresentare, come vedremo, il fiume Nilo come una manifestazione visibile delle forze divine discese, in tempi immemorabili, sulla terra.
Il grande fiume, prima di attraversare il territorio egiziano, scorre con un duplice corso per 5000 Km complessivi. Una parte proveniente dalle acque del lago Vittoria, situato sugli altopiani equatoriali, prende il nome di Nilo Bianco, l'altra, alimentata dal lago di Tana, situato sull'altopiano dell'Etiopia centrale, prende il nome di Nilo Azzurro.
Le acque dei due corsi si incontrano all'altezza di Khartoum, in Sudan, e scorrono insieme per altri 1508 Km in terrirorio egiziano (fig.1)
Dall'estremo confine meridionale dell'Egitto, più o meno coincidente con i confini dell'antico regno dei Faraoni, prende avvio il lungo viaggio delle azzurre acque del Nilo.
Queste, proseguendo il loro magico corso, dopo essere state raccolte nell'attuale Lago di Nasser (estendentesi a sua volta, sempre sul territorio egiziano, per circa 500 Km in lunghezza e 10 Km in larghezza), a partire dalla città di Assuan e dalla omonima diga, scorrono placidamente per circa 966 km fino alla città del il Cairo quindi, come un grande fiore di loto, nell'espandersi nelle pianure del delta, si aprono a ventaglio sfociando, dolcemente, nel mare mediterraneo.
LE FONTI STORICHE SULL'ANTICO EGITTO
E LA NASCITA DELL'EGITTOLOGIA
Prima di procedere con brevi cenni sulle varie epoche che, nell'insieme, costituirono il grande universo della storia dell'Antico Egitto, è importante, per avere una visione di insieme, fare qualche riferimento sulle fonti storiche che permisero la nascita dell'egittologia come scienza.
Infatti la storia dell'Antico Egitto, tra le infinite ramificazioni delle scienze moderne, è indiscutibilmente una delle più recenti anche se riguarda un periodo risalente a 4000 anni prima dell'era cristiana.
Le ragioni di questa singolare posizione di debolezza e di oblio nei confronti di altre scienze derivano dalla particolarità dei percorsi di ricerca della stessa moderna egittologia.
Le "grandi cause" di questo "esilio della memoria" nei confronti dell'Antico Egitto, che potranno essere comprese al termine del nostro viaggio, sono molteplici e fortemente collegate a quelle "forze oscure" che da tempi immemori, tentano ciclicamente di distruggere e di oscurare definitivamente la Luce Eterna della Conoscenza e della Verità Una.
Prima che l'egittologia potesse essere considerata una "scienza", gli studiosi non ebbero altra possibilità se non quella di attingere a quelle poche fonti storiche rimaste miracolosamente intatte fino ai primi decenni del nostro '800.
Come è ben noto, fino a che J. F. Champollion, nel 1822, non decifrò la scrittura geroglifica, le buone intenzioni di questi ricercatori non ebbero grandi risultati in quanto nessuno di essi era in grado di tradurre quanto, con grande generosità, come si vedrà, gli antichi Egizi avevano voluto tramandare ai posteri.
A partire dalla metà del '800, grazie alle possibilità di lettura dei documenti e dei reperti archeologici scritti con i caratteri geroglifici nacque e si sviluppò velocemente la "nuova scienza dell'EGITTOLOGIA".
I primi passi della giovane scienza, anche se furono incerti e pieni di difficoltà, si orientarono a un primo riordino delle molteplici fonti di informazione che si erano disperse in mille e mille rivoli.
I giovani egittologi, scientificamente organizzati, sempre a partire dalla seconda metà dell'800, dopo questa prima e fondamentale analisi e valutazione delle fonti, posero mano allo loro prima classificazione.
I risultati di queste prime ricerche si mostrarono subito, di grande utilità e di grande qualità, visti i pochi mezzi e le ancora meno cospicue risorse economiche impiegate durante il primo gigantesco lavoro di rilevazione e di studio.
LE FONTI STORICHE DIRETTE
Furono considerate "dirette" tutte quelle fonti che provenivano dalle iscrizioni poste sui monumenti religiosi e funerari ancora copiosamente presenti lungo la valle del Nilo, unitamente a quelle inerenti la successione delle numerose dinastie e dei relativi faraoni.
Di queste fonti, in special modo di quelle che ricordano la successione delle dinastie faraoniche, meritano di essere citate le seguenti.
IL CANONE REALE, O PAPIRO REGIO, DI TORINO:
redatto sotto Ramses II (1290/1224 a.C.) scritto in grafia ieratica, composta da 90 nomi.
LA TAVOLA DI ABYDOS (Della XIX Din.):
iscrizione a rilievo che si trova sulle pareti del Tempio di Seti I e dove è raffigurato il Faraone che, insieme al principe Ramsete, suo figlio, rende omaggio a 76 antenati, non rappresentati in figura, i cui nomi sono inscritti nel cartiglio reale.
Storicamente, per quanto si riferisce alle dinastie reali è il documento più importante.
LA TAVOLA DI SAQQARA (Della XIX Din.):
nella quale sono riportati 50 nomi di Sovrani a partire da Ramses II.
In origine la tavola portava 57 nomi ma 7 di questi sono stati perduti.
La tavola fu scoperta a Memphis.
LA TAVOLA DEI RE, INCISA NEL TEMPIO DI KARNAK:
attraverso le successioni riportate in questa tavola, si arriva fino alla XII e alla XIII dinastia, risalenti queste fino al regno di Tuthmosis III (1479-1425 a.C.).
Questo documento è importante perché, pur menzionando i nomi di 48 re (in origine 61) sconosciuti, tralascia deliberatamente quello dei sovrano indegni tra cui: i Re Hyksos della XV, XVI, XVII e il faraone Akenaton perché eretico e, conseguentemente anche i suoi diretti successori: Smenkare, Tut Ank Amon e Ay.
LA PIETRA DI PALERMO, nella quale vengono riportati gli annali dei re delle prime cinque Dinastie.
LE FONTI STORICHE INDIRETTE
Un approfondito studio delle fonti indirette, ritenute valide in seguito a opportune verifiche, permise agli egittologi di completare le loro conoscenze, già sufficientemente particolareggiate, di tutte le 30 Dinastie succedutesi durante l'intero arco di 3000 anni del cosiddetto "regno faraonico".
Degli autori che costituirono il nocciolo duro della storiografia egiziana precedente a J.F. Champollion, meritano particolare attenzione: Erodoto (485 ca./425 a.C.), Strabone (64 a.C/25 d.C), Giuseppe Flavio (70 d.C.), Sesto Giuliano Africano (ca. 221 d.C.), Eusebio di Cesarea (ca. 264/340 d.C.), e Giorgio Sincellio (880 d.C.) ma, prima di questi, Manetone, sacerdote egiziano appassionato di storia sull'Antico Egitto, e fonte diretta alla quale, la gran parte degli storici antichi, attinse per comporre cronache, più o meno approfondite e veritiere, sull'Antico Egitto.
Molto probabilmente, egli fu un alto esponente della casta sacerdotale egiziana, coltissimo e vissuto nel basso Egitto durante il regno di Tolomeo II Filadelfo (285/246 a.C.).
Delle sue opere purtroppo non è rimasta alcuna copia ma solo riferimenti ad esse ritrovati nelle opere dei già citati Eusebio di Cesarea e Sesto Giuliano Africano.
Le testimonianze di Manetone risultano particolarmente utili, ancora oggi, specialmente per quanto si riferisce alla Cronaca sui Sovrani dell'Antico Egitto che, secondo lui, andava dal 3100 a.C. al 332 a.C..
Infatti, sempre in merito alla classificazione dei vari regni, costui suddivise la storia dell'Antico Egitto in periodi e raggruppò i Sovrani dei singoli periodi, in 31 casate o, meglio detto, dinastie.
Per ciascuna dinastia, inoltre, Manetone fornì i nomi dei singoli sovrani e, per alcuni di questi, aggiunse anche la versione del nome in lingua greca.
Ad esempio, i nomi dei tre famosissimi faraoni che secondo la lettura in lingua greca risultarono: Cheope, Kefren e Micerino, nell'Antico Egitto, furono rispettivamente: Khufu, Khafra, e Menkaura.
La millenaria storia dell'Antico Egitto, sufficientemente documentata, ebbe una durata complessiva di circa 3000 anni, cui precedette un periodo arcaico sul quale sono state formulate diverse teorie.
La storia vera a propria è stata suddivisa in periodi, sulla base della successione delle dinastie e delle diverse dominazioni le quali determinarono la decadenza e la definitiva fine della civiltà egiziana.
L'EGITTO PREDINASTICO o età predinastica: è costituito da un solo periodo detto "PERIODO ARCAICO", che ricomprende, presumibilmente, dal 3150 ca. al 3050 d.C..
L'ETA` PROTODINASTICA: si estende dalla I alla II Dinastia: dal 3050 ca. al 2649 a.C.
I DINASTIA: (ca. 3050 - 2890 a.C.)
II DINASTIA: (ca. 2890 - 2649 a.C.)
L'ANTICO REGNO: si estende dalla III alla VI Dinastia: dal 2649 al 2150 a.C.
III DINASTIA: 2649 ca. - 2575 a.C.
IV DINASTIA: 2575 - 2465 a.C.
V DINASTIA: 2465 - 2323 a.C.
VI DINASTIA: 2323 - 2150 a.C.
PRIMO PERIODO INTERMEDIO: si estende dalla VII alla X Dinastia: dal 2150 ca. al 2040 a.C.
VII Dinastia: 2400 - 2250 a.C.
VIII Dinastia: ?
IX Dinastia: ?
X Dinastia: 2100 a.C.
REGNO MEDIO: si estende dalla XI alla XII Dinastia: dal 2040 al 1783 a.C.
XI Dinastia: 2040 - 1991 a.C.
XII Dinastia: 1991 - 1783 a.C.
SECONDO PERIODO INTERMEDIO: si estende dalla XIII alla XVII Dinastia: dal 1783 ca. al 1550 a.C.
REGNO NUOVO: si estende dalla XVIII alla XX Dinastia: dal 1550 al 1070 a.C.
XVIII Dinastia: 1550 - 1307 a.C
XIX Dinastia: 1307 - 1196 a.C.
XX Dinastia: 1196 - 1070 a.C.
TERZO PERIODO INTERMEDIO: si estende dalla XXI alla XXIV Dinastia: dal 1070 al 712 a.C.)
XXI Dinastia (1070 - 945 a.C.)
XXII Dinastia (945 - 712 a.C. ) detta Dinastia libica
XXIII Dinastia (c.a. 828 - 712 a.C. ) detta Dinastia della Nubia e di Tebe
XXIV Dinastia (724 - 712 a.C. ) detta Dinastia di Sais.
EPOCA TARDA: si estende dalla XXV alla XXX Dinastia: dal 712 al 332 a.C.
XXV Dinastia (712 - 657 a.C.) Nubia e Tebe
XXVI Dinastia (664 - 525 a.C.) Sais
XXVII Dinastia (525 - 404 a.C.) Persiana
XXVIII Dinastia (404 - 399 a.C.) Sais
XXIX Dinastia (339 - 380 a.C.)
XXX Dinastia (380 - 343 a.C. )
Secondo periodo Persiano 343 - 332 a.C.
PERIODO GRECO ROMANO: si estende dal 332 a.C. al 395 d.C.
Dinastia macedone (332 - 304 a.C. ) Alessandria
Dinastia Tolemaica (323 - 30 a.C.)
Imperatori Romani (3O a.C. - 323 d.C.)
(nomi trovati in testi geroglifici o demotici)
Imperatori Bizantini (323 d.C. - 642 d.C.)
INVASIONE ARABA 639 d.C.
MITI E LEGGENDE DELL'EPOCA ARCAICA
Nel tracciare, molto sinteticamente, la descrizione dell'epoca arcaica mi sembra interessante sottolineare una curiosa e imprevedibile informazione sull'origine della stessa civiltà egiziana.
Si potrebbe essere portati a pensare, infatti, che la storia più remota di questo antico popolo abbia avuto avvio all'estremo sud del paese cioè a ridosso delle confluenze dei corsi fluviali rappresentati dal Nilo bianco e dal Nilo azzurro.
Invece non è così. Tutto nasce a Nord del paese, proprio a ridosso del mare Mediterraneo, nei pressi delle foci dell'immenso delta. Come si vedrà lo sviluppo dei 3000 anni di storia scivolarono in senso inverso rispetto al corso delle acque, cioè partirono dal Nord, con le prime dinastie faraoniche e, via via, con il passare dei secoli, gli insediamenti delle città e dei luoghi sacri scesero sempre più a sud fino ad arrivare agli estremi del paese abitato e civilizzato.
Lo sviluppo del paese terminò presso l'attuale città di Assuan, nella quale sono ancora presenti gli ultimi insediamenti templari di File risalenti, presumibilmente al 500/400 a.C.. Si deve ricordare, però, che scendendo 280 Km più a sud di Assuan si troverà il complesso templare che Ramses II dedicò ad Amon-Ra, alla dea Hator e, quale segno di infinito amore, alla sua sposa Nefertari.
Tornando all'epoca predinastica si può affermare, anche se con relativa certezza, che si sviluppò durante l'intero quarto millennio a.C..
Infatti in questo ultimo decennio, un numero sempre più consistente di egittologi, cosiddetti "indipendenti", sta avanzando l'ipotesi che la storia dell'Egitto "predinastico" risalga a qualche buon millennio più indietro di quello che accademicamente viene considerato credibile, ovvero, come già detto, per l'intero quarto millennio.
Ma questa è un'altra storia che si potrà affrontare in successivi approfondimenti.
Ad ogni modo, ritengo importante precisare che le date, presentate e ordinate cronologicamente nelle successive elencazioni dei fatti storici e delle successioni dei governi reali, sono da considerare sempre con possibili, anche se misurati, margini di errore.
Tutte le date riportate in elenco, fino ad arrivare al 664 a.C., considerate comunque attendibili dagli egittologi accademici, fatta eccezione per quelle inerenti la XII dinastia, devono essere considerate, approssimate fino ad un massimo di 10 anni di possibilità di errore.
Sempre sulla durata dei vari regni è importante sottolineare che vi sono casi in cui le date possono sovrapporsi.
In questi casi, significa che, per un certo periodo vi è stata una co-reggenza, nel senso che il governo è stato esercitato da due re, e cioè che padre e figlio hanno regnato insieme per un certo numero di anni.
Anche sui nomi dei re è opportuno sottolineare che il primo nome riportato nell'elenco è quello stesso che è stato assegnato al re durante l'incoronazione e con il quale veniva riconosciuto dai suoi sudditi.
Solo in alcuni casi, per completezza, è stata posta tra parentesi la traslitterazione greca del nome reale poiché tale versione è, generalmente, più conosciuta.
Infine, per i casi più interessanti, accanto ai nomi dei re sono stati raffigurati i cartigli, contenenti i loro nomi in scrittura geroglifica, che più comunemente possono essere visti sui monumenti e nelle tombe che saranno visitate.