Antico e Primitivo Rito di Memphis e MisraïmSovrano Santuario Italiano
LA STANZA DELL'ORA NONA
(tra la 14° e la 15° ora: il pomeriggio)
Al pomeriggio, quando ancora è piena la luce.
UN ANGELO TRA I CONTADINI
- Io sono l'angelo della realtà,
- intravisto un attimo sulla soglia.
- Non ho ala di cenere, né d'oro stinto,
- né tepore di aureola mi riscalda.
- Non mi seguono stelle in corteo,
- in me racchiudo l'essere ed il conoscere.
- Sono uno come voi, è ciò che sono e so
- per me come per voi è la stessa cosa.
- Eppure, io sono l'angelo necessario della terra,
- perché che vede me vede di nuovo
- le terra, libera dai ceppi della mente, dura,
- caparbia, e chi ascolta me, ne ascolta il canto
- monotono levarsi in liquide lentezze e affiorare
- in sillabe d'acqua; come un significato
- che si cerchi per ripetizioni, approssimando,
- O forse io sono soltanto una figura a metà,
- intravista un istante, un'invenzione della mente,
- un'apparizione tanto lieve all'apparenza
- che basta ch'io volga le spalle,
- ed eccomi presto, troppo presto, scomparso ?
W. Stevens
ARIA
- Dentro le tue carezze d'aria pura,
- l'amore affondato nel tuo sguardo,
- crollano silenziose città
- costruite per niente.
- Gli uomini che danzano
- Intorno al mio sé,
- mi prendono le braccia,
- mi offrono bevande
- di fugace ristoro
- ed io bevo
- e non trovo la strada
- che continuo a lasciare.
- Solo piccole sillabe
- Di parole d'oro,
- catturate come lucciole
- in questa notte
- brillano per pochi momenti;
- pulsa la debole luce
- e solo il buio
- ingigantisce.
Paolo De Faveri
IO NON SONO IO
- Io non sono io,
- Sono quello
- che mi cammina a fianco
- senza ch'io lo veda
- che, a volte, sto per vedere
- e che, a volte, dimentico.
- Quello che tace, sereno, quando parlo
- quello che persona, dolce, quando odio,
- quello che passeggia per dove io non sto,
- quello che resterà in piedi quando io morrò.
Juan Ramòn Jimenez
UOMINI
- Frammenti d'una nuvola schizzati via dall'infinito
Vagano in lungo e in largo, sospinti qua e là
da tiepidi aliti che il vento raffredderà.
Così danzando voluttuosamente si incontrano e si riconoscono,
si abbracciano si aggrappano si avvinghiano
si formano si definiscono.
Draghi multiformi e sinuosi delfini,
piovre tentacolari e carezzevoli cigni,
nello spazio incolore luce e giorno buio e notte.
Intricate passioni come invisibili fili
che forse un burattinaio capriccioso e volubile muoverà.
Lentamente scorrono, lentamente, sparsi qua e là.
Sebastiano Scandurra
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