Antico e Primitivo Rito di Memphis e Misraïm
       Sovrano Santuario Italiano



N. I Gennaio 2010
Androginia
(A. Urzì Brancati)

 

(A. Urzì Brancati)Androginia




 

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Androginia

 

Il nostro venerabile Rito, il nostro rito di Memphis e Misraïm, essendo regolare, non annovera nel proprio piè di lista le donne. Solo un esame superficiale della questione pone in risalto il contrasto che sembra esserci fra la “regolarità” e lo scopo della Massoneria e quindi dei suoi Riti.
Lo scopo della Massoneria, a mio avviso, lo si può raggiungere solo dopo che si è raggiunta l’androginia, solo dopo, cioè, che si è verificato quel processo di reintegrazione rappresentato dal raggiungimento dello stato iniziale della persona che, essendo stato emanata ad immagine e somiglianza dell’essere emanante, necessariamente possiede tutti i requisiti dell’essere emanante e quindi anche l’androginia, la congiunzione, cioè, fra la energia maschile e quella femminile. 
Procediamo con un certo ordine.  Esamiamo ciò che ci dice o ci vuol dire la natura e ciò che l’uomo ha codificato per rendere la vita più comoda a se stesso ed a coloro che lo circondano e che con lui dividono l’esperienza sociale.
Non vi è dubbio che la natura, in quanto infinita, considera la storia dell’uomo, dalla sua comparsa (da qualche milione di anni) come un fatto accidentale; un fatto recente, senza alcun significato per l’ordine del cosmo. L’uomo invece, l’uomo che ritiene se stesso la cosa più importante che sia stata partorita dalla natura, si dà da fare per esaltare tale situazione. Dato che la società è stata costituita nei tempi primordiali si è data importanza, e non poteva essere diversamente, alla legge della forza, seppure ammantata da spirito di protezione da parte dell’uomo nei confronti della donna. L’uomo, per nascita, più forte della donna, ha coniato le regole, almeno in un primo tempo, per favorire se stesso. Alcune conseguenze di quelle scelte rimangono ancora oggi.
La natura invece, nel momento in cui è stata creata la molecola che ha dato la forma all’uomo, ha creato quella molecola con entrambi i sessi. Prima però che l’uomo venisse in essere tale molecola si è divisa. L’incontro delle due parti della molecola, la parte maschile e la parte femminile, ha dato vita all’uomo, alla persona.
Anche la natura, la natura materiale, ci indica, attraverso la mitosi e la meiosi, che la strada che l’uomo oggi percorre, la strada cioè della riproduzione sessuata (meiosi), forse, non è l’unica strada che, nel corso degli anni, e quando mi riferisco al corso degli anni passati intendo riferirmi anche al periodo in cui forse la terra neanche esisteva, non è l’unica strada percorsa. In natura esiste anche una riproduzione asessuata (mitosi).  
Secondo la biologia la riproduzione sessuata, di norma, richiede due genitori e comporta due eventi: la fecondazione e la meiosi. In tal caso la fecondazione è un processo in cui i differenti contributi genetici dei due genitori si fondono insieme per formare la nuova identità genetica della progenie. La meiosi è un tipo speciale di divisione nucleare che potrebbe essersi evoluta dalla mitosi e che utilizza gran parte dei medesimi dispositivi cellulari.
La riproduzione delle cellule è un processo noto come divisione cellulare, nel quale il contenuto delle cellule viene distribuito fra due nuove figlie. Una singola cellula cresce assimilando sostanze dal suo ambiente e sintetizzando queste sostanze in nuove molecole strutturali e funzionali. Quando la cellula raggiunge determinate dimensioni critiche e un determinato stato metabolico, si divide. Le nuove cellule prodotte sono strutturalmente e funzionalmente simili sia alla cellula madre sia tra di loro. In termini di struttura e funzione sono simili perchè ogni nuova cellula eredita una replica esatta delle informazioni ereditarie della cellula madre. La funzione della mitosi, o riproduzione asessuata, è quella di dirigere gli spostamenti dei cromosomi duplicati in modo tale che una nuova cellula riceva un corredo completo.
Molti organismi possono riprodursi sia per via asessuata che per via sessuata. In alcuni animali la riproduzione asessuata può avvenire per distacco di un frammento dell’animale, come avviene nelle spugne e negli anemoni di mare. A causa del preciso processo di duplicazione che si verifica nella mitosi, gli individui prodotti per via asessuata sono geneticamente identici al loro genitore.
Tutto ciò che ho riportato è ciò che avviene oggi. Possiamo azzardare però l’ipotesi che, almeno un tempo, la riproduzione era solo asessuata. Solo dopo, con il passar del tempo, chi sa per quale motivo, la riproduzione è avvenuta sia per via asessuata che per via sessuata. Adesso avviene solo per via sessuata. Non sappiamo cosa avverrà fra…non molto. Ermete Trismegisto ha ragione: ciò che è in alto corrisponde a ciò che è in basso.
Un recente articolo di Giuseppe Remuzzi pubblicato sul Corriere della Sera del 17 novembre 2009, ha trattato l’argomento e, pur attribuendo ad un intoppo o alla voglia delle cellule di rafforzarsi, il passaggio dalla riproduzione asessuata alla riproduzione sessuata, ha rafforzato la mia intuizione. Riporto l’articolo:

Tutto nacque da un intoppo nella separazione delle cellule primordiali
Facciamo sesso quasi per caso
Studi Usa: due miliardi di anni fa le creature asessuate cambiarono (per rafforzarsi) sistema di riproduzione

Perché animali e uomo fanno sesso? Gli animali, dagli insetti, agli uccelli, ai mammiferi per ri­prodursi hanno bisogno del ses­so che non è nemmeno preroga­tiva degli animali soltanto. Ci so­no forme di sessualità delle pian­te e dei funghi e perfino dei pro­tozoi. Una ricerca pubblicata sul­la rivista americana Science, fa vedere che il Trichomonas vagi­nalis, un protozoo che si pensa­va si dividesse solo per via ases­suata, ha tutto quello che serve per la riproduzione sessuale. Ma quando è cominciato il sesso sul­la terra? Gli ultimi studi dicono circa due miliardi di anni fa.
C'erano allora sulla Terra crea­ture ameboidi e asessuate che si riproducevano senza bisogno di sesso. Ciascuna si divideva in due, e i geni passavano alla di­scendenza così com'erano: era­no aploidi e restavano aploidi (cioè con la metà dei cromosomi rispetto alle cellule dell’uomo og­gi). Si è arrivati a cellule diploidi (con corredo cromosomico com­pleto) perché i meccanismi di di­visione di quelle cellule primor­diali ogni tanto s'inceppavano. Così capitava che due cellule aploidi si fondessero per errore. O che cellule aploidi dopo aver duplicato il loro Dna non riuscis­sero più a dividersi, e si sono for­mate per caso cellule con un ge­noma il doppio più grande del normale. Era un bel guaio per­ché ogni volta che dovevano co­piare il Dna c'era rischio di sba­gliare. Ciascun cromosoma si po­teva combinare con qualunque altro anche se non condivideva la stessa sequenza di geni, si cre­avano pezzi di Dna improbabili e la cellula poteva anche morire. È stato per difendersi da questo pericolo che le cellule hanno im­parato ad allineare cromosomi omologhi che così si potevano ri­combinare senza troppi rischi.
Ma riprodursi per via sessuale è complesso - si tratta di combi­nare il proprio Dna con quello di un altro per formare un nuovo genoma - costa molto di più in termini di energia e non è nean­che vantaggioso sul piano gene­tico. Un organismo asessuato tra­smette ai discendenti tutto il suo genoma, così com'è. Col sesso in­vece il numero di geni che si pos­sono trasmettere ai discendenti si dimezza. E allora perché il ses­so si è diffuso a tante specie di­verse? Perché l'integrazione dei due genomi offre una serie di vantaggi e aiuta l'evoluzione. Il nuovo genoma darà origine a individui migliori o più forti, capaci per esempio di affrontare meglio le situazioni di stress o adattarsi alle difficoltà dell'am­biente senza troppi problemi. Matthew Goddard che lavora a Auckland in Nuova Zelanda ha voluto vederci chiaro. Ha creato due tipi di lieviti, alcuni che si possono riprodurre per via ses­suale e altri senza sesso. In condi­zioni di stress, come quando c'è carenza di sostanze nutritive cre­scono bene solo i lieviti sessuati e gli altri scompaiono. Ciò vale anche per diversi organismi, co­me i protozoi.
«La Leishmania trae vantaggio dal sesso», spiega­no sempre su Science i ricercato­ri di Bethesda. Come? Col sesso riesce ad adattarsi all'uomo e a eludere la sorveglianza del siste­ma immune fino a sopraffarlo, certe volte. C'è anche il caso di mutazioni pericolose o fatali. Se capitano a un organismo asessuato quelle mutazioni lì ne rallentano la cre­scita e passano alle generazioni successive, così come sono. Fin qui nessun problema ma se in­contrano circostanze sfavorevo­li, nei geni o nell'ambiente, quel­le specie si possono persino estinguere. Invece chi si riprodu­ce per via sessuale fa fronte a mu­tazioni sfavorevoli utilizzando il gene omologo, sano, che sta sul­l’altro cromosoma. Questo è solo un po' di ciò che sappiamo sulle ragioni del sesso sulla Terra al quale si è arri­vati un po' per caso. Poi mescola­re il Dna è diventato il modo più efficace per sopravvivere, evolve­re e migliorare la specie. Il sesso costa di più ma rende anche di più: rende meno vulnerabili.
Remuzzi ha confermato, con parole sue, l’affermazione di Ermete Trimegisto di parecchi anni or sono.
L’uomo, l’unico essere che, a nostra conoscenza sa di dover morire, da sempre, o almeno da quando possiamo studiare i suoi movimenti, ha avuto due esigenza: la spiritualità e la curiosità di conoscere il dopo morte. Spesso queste due esigenze si intersecano e le varie teorie ci deliziano e a volte suscitano in noi un sorriso di supponenza. Noi iniziati, noi che ci occupiamo di Massoneria, sappiamo che il problema della morte non può essere risolto se non da chi conosce. Da chi raggiunge la vera conoscenza e la vera conoscenza la si raggiunge solo utilizzando le facoltà che l’iniziazione può centellinare a chi percorre la via sulla quale è stato posto, senza alcuna deviazione.
Torniamo all’androginia. 
Torniamo alla premessa già enunciata che, al momento dell’emanazione, qualsiasi elemento, provenendo dall’essere emanante, è stato creato a sua immagine e somiglianza. Essendo unico l’Essere emanante lo stesso non poteva che essere maschile e femminile contemporaneamente. Cioè androgino.
RebisPiù volte nei nostri studi sul simbolismo, ci siamo imbattuti in simboli doppi, (il pavimento a scacchi) o simboli il cui insegnamento è strettamente legato a quello di un altro, tanto da sminuirne enormemente il significato se analizzato singolarmente; la presenza di tali simboli richiama la nostra attenzione sul numero due e sulla sua valenza iniziatica.
Un simbolo che perfettamente racchiude nel suo interno il mistero del numero due è il Rebis. Il Rebis (da res bina la cosa doppia) è una famosa figura ermetica riportata da vari autori in primis Basilio Valentino nel suo trattato sull'Azoto (1659), e riproposta dal Wirth; è costituita da un androgino con due teste, una femminile ed una maschile, che tiene sottomesso un drago alato. Nella figura che ci è stata tramandata il Rebis con la sinistra tiene un compasso e con la destra una squadra; nel cielo brilla a sinistra il sole e a destra la luna; al centro vi è una Stella Fiammeggiante a cinque punte contenente il simbolo alchemico del Mercurio, lateralmente si trovano quattro stelle a sei punte (sigillo di Salomone) contenente ciascuna il simbolo di Marte e Venere a sinistra, e di Giove e Saturno a destra; l'intera figura sormonta un complicato pentacolo inscritto in un cerchio; il tutto è racchiuso in un ovale.
 L'androgino, che come è stato detto è la congiunzione fra l’energia maschile e l’energia femminile "non è un ermafrodita, e cioè una mostruosità biologica, né una sintesi statica degli elementi maschili e femminili, ma è un doppio, una cosa duplice (come dice il suo stesso nome) in cui questi elementi si completano e si esaltano a vicenda, invece di neutralizzarsi, perché sono in stato di equilibrio conflittuale"( ARTURO SCHWARZ: "Cabbalà e Alchimia"; Tip. Giuntina, Firenze, 1999, pag.47).
Ritorniamo al Rebis, ogni figura situata a sinistra trova il suo corrispettivo posto a destra, ma solo l'unione dei due contrari permette la perfezione; l'uomo e la donna nell'androgino, il Sole e la Luna nella Stella Fiammeggiante, la squadra e il compasso nel simbolo della Massoneria. Solo colui che è in grado di riunire in se stesso i due contrari sarà in grado di dominare il drago delle passioni, infatti "lo scopo comune di tutte le tecniche mistiche indiane non è ottenere la supremazia di uno di questi due centri cosmico-fisiologici, ma, al contrario, di unificarli, cioè di conseguire la reintegrazione dei due principi polari.
Anche M. Mayer nella sua Atalanta Fugiens così parla del Rebis: "Vecchie leggende ascrivono al Rebis un essere doppio: Androgino maschio e femmina in un sol corpo. Egli è stato generato sul monte Ermafrodito.
Mercurio è generato dalla sublime Venere. (In quanto il simbolo grafico del mercurio è composto dal simbolo di Venere che sormonta una luna crescente).
L'Adam Kadmon, l'immagine primordiale di Ein-sof (Nella Cabala il termine Ein-sof, letteralmente infinito, viene utilizzato per indicare Dio, e soprattutto per mettere in evidenza le sue caratteristiche di incomprensibilità, di inconoscibilità di insondabilità da parte della mente umana), a somiglianza del quale noi siamo stati creati, presenta come corrispettivo antropologico l'Adamo del giardino dell'Eden, ma al contrario di quest'ultimo non è mai disceso dalla perfezione celeste. Il Sole illumina la parte maschile, attiva, razionale della figura mitologica, mentre la Luna rischiara la parte femminile, passiva, intuitiva; il compasso nella destra "È simbolo cosmologico e rappresentazione emblematica delle scienze esatte. La sua forma richiama la lettera A, il principio di tutte le cose"(LUIGI TROISI: "L'Apprendista Libero Muratore" ), mentre la squadra nella sinistra è simbolo di equilibrio, sintesi della livella e del filo a piombo (e quindi dei due Sorveglianti e pertanto è anche il gioiello del Maestro Venerabile), in Grado di Apprendista si pone sopra il compasso e ne limita armonizzandone l'azione, come la luna che è in grado di oscurare il sole durante l'eclissi, mentre in grado di Maestro sarà la squadra a subire l'azione del compasso;

Il Rebis è la rappresentazione grafica della Pietra Filosofale, è il frutto delle "nozze chimiche" dello zolfo e del mercurio. Lo zolfo, caldo, compatto, maschile, simbolo del fuoco realizzatore interiore imprigionato nel nucleo essenziale di ogni essere, principio costruttore di ogni essere, l'Operaio al quale i Liberi Muratori rendono omaggio nel Delta luminoso, derivante direttamente dal Sole ovvero dal principio creatore universale, e pertanto il Massone è autorizzato a considerarsi una emanazione diretta del G:.A:. D:.U:.
Il mercurio o soffio mercuriale, freddo, volatile, femminile che mantiene la combustione vitale rappresenta la luce esterna macrocosmica nella formazione del sale, simbolo di stabilità, di neutralità di riposo. Dal punto di vista psicoanalitico lo zolfo può essere visto come l'Io, le pulsioni interiori deleterie se scatenate senza controllo, ma fondamentali per la sopravvivenza dell'individuo, mentre il mercurio rappresenta l'ambiente esterno che comprime e rintuzza l'Io. L'unione di queste due forze genera il sale, il corpo materiale, l'individuo, la sfera stabilizzata della personalità dilatato dal soffio solforoso interno e limitato dal soffio mercuriale esterno. Per Jung il mercurio rappresenta l'Anima, la componente femminile, mentre lo zolfo rappresenta l'Animus, componente maschile della psiche umana, la prevalenza dell'uno sull'altro, non l'esclusione di uno dei due, determinerà l'assetto sessuale.

Estremamente interessante è il simbolo del drago; in tutte le iconografie dove è presente il drago, questo non è mai morto definitivamente, è sempre vinto, ma mai ucciso. Anche nell'iconografia cristiana di San Giorgio, il drago è ferito a morte, battuto, vinto, ma non ucciso. Protende la fauci pronte a ghermire il Santo. Rappresenta gli impulsi interiori, l'istinto più profondo, l'io materiale. "Il drago, incaricato di sorvegliare il meraviglioso recinto nel quale i filosofi vanno a cercare i loro tesori, è noto per il fatto che non dorme mai; i suoi occhi infuocati sono ininterrottamente aperti; non conosce stanchezza né riposo" (FULCANELLI: "Le dimore filosofali"). Il drago, apparentemente nemico della vita, mostro insaziabile, in realtà sa riconoscere l'iniziato e scaccia con il suo aspetto terrificante solo colui che è indegno di accedere al tesoro; è quindi il Guardiano della Soglia, colui che con il suo terribile aspetto impedisce all'incauto che ancora non ha raggiunto la necessaria preparazione ad accedere al Sancta Santorum, ma contemporaneamente potrà fornire all'adepto le chiavi indispensabili per giungere alla materia prima.
Ecco perché il Drago va vinto, domato, umiliato, ma mai ucciso; l'uccisione del drago comporterebbe l'impossibilità di proseguire il cammino. "Non è quindi il caso di uccidere l'animale, anche nella nostra personalità, come fanno gli asceti. Il Saggio rispetta tutte le energie, anche pericolose, poiché pensa che esse esistono per essere captate e quindi utilizzate giudiziosamente […] Ciò che è vile non deve essere distrutto, ma nobilitato attraverso la trasformazione, come il piombo che bisogna sapere elevare alla dignità di oro" (OSWALD WIRTH: "I Tarocchi").
Come è stato già detto il Rebis non è una mostruosità ermafrodita, ma è la perfetta integrazione dei due contrari. Lo Zohar dice a tal proposito "Fai attenzione, tutti gli spiriti sono composti di maschio e femmina, e, dopo, i due elementi vengono separati" (Zohar III, 43b). La perfetta integrazione dei due contrari, nel particolare il maschile ed il femminile, nello stesso corpo ha fatto si che gli ermetisti, gli alchimisti e poi i cabalisti hanno anticipato le scoperte di Jung e Freud sulla presenza di una componente maschile e femminile che convivono nella psiche dell'uomo;  per questi filosofi la natura bisessuale dell'uomo può essere rimossa con danni enormi all'equilibrio psichico, come del resto avviene per tutte le rimozioni, oppure consapevolizzata; in termini junghiani si parla di "individuazione" ovvero in-dividuus non diviso, riunito; questo processo che porta in psicanalisi al superamento del conflitto ed al raggiungimento dell'equilibrio, in alchimia rappresenta il compimento della Grande Opera.

Restando nel campo della filosofia è opportuno aggiungere alcuni  particolari. Freud ed Jung ritengono che l’androginia sia solo una metafora esoterica dettata dal bisogno psicologico dell’uomo, il quale vuol rimuovere la sua inconsapevole origine bisessuale,  di ricostituire l’unità della sua personalità divisa.
Anche la filosofia presocratica si è occupata delle cose unite. Terra, acqua, aria, fuoco.  Sembrano quattro gli elementi. Sappiamo però che ogni cosa creata li contiene tutti ed insieme. Talete, Anassimandro, Anassimene, Carneade, hanno cercato di stabilire l’origine di tutte le cose da uno degli elementi menzionati pur affermando che, sebbene vi sia stato un elemento che ha dato origine a tutto, i quattro elementi, fra di loro sono uniti, non separati. Un passo avanti in questa direzione lo ha fatto Senofonte dicendoci “en to pan” – nell’unità c’è il tutto. Lasciamo adesso la filosofia e perdonate i pochi e incompleti accenni.
Finora ho illustrato il simbolo Massonico per eccellenza dell’Androginia, il Rebis. Ho anche parlato dell’aspetto alchemico relativo all’androgino. Ho voluto soffermarmi su questo aspetto in quanto ritengo che l’alchimia anche attraverso l’androginia ha sviluppato in maniera molto chiara la strada da percorrere  per consentire all’uomo di identificarsi con il G:.A:.D:.U:. (il Rebis è il concentrato alchemico di tutto ciò che l’Iniziato deve svolgere per realizzare la Grande Opera, per ottenere l’oro filosofale).  Sappiamo però che l’alchimia non è che un percorso. Anche gli altri percorsi ci parlano di androginia. Per esempio il Cristianesimo: Yukteswar, nel suo libro The Holy Science, analizzando quella profonda allegoria della vita umana che è nella Genesi, la storia di Adamo ed Eva, ci offre un esempio molto chiaro. Adamo ed Eva rappresentano le due polarità integrate dell'Uomo Originale.
Dopo la caduta di Adamo ed Eva, il cammino di ogni anima consiste nel tentativo di risalire fino all'integrazione originale, di riunificare le due opposte polarità e "rientrare nell'Eden". Quando le polarità sono ricongiunte si è realizzata "la Grande Opera". Avvengono quelle che la tradizione alchemica chiama "le nozze filosofiche", il "rebis" o l'androgino platonico. Anche Platone parla dell’Androginia. Ne parla anche Luis Claude de Sammartine nel suo trattato sulla reintegrazione degli esseri.
La nostra Massoneria, però, essendo regolare, nel rituale di iniziazione di primo grado, parla di istituzione solare. Le donne non sono ammesse nella nostra istituzione. E’ giusto? Abbiamo visto che la parte femminile è indispensabile per il compimento dell’Opera. Come può la nostra istituzione essere in errore? Sappiamo che in altre istituzioni massoniche, e specie in altri riti di Memphis e Misraim, le donne sono ammesse insieme agli uomini, in Italia come anche in Francia ed in altre parti del mondo. Debbo confessarvi che per tanto tempo anch’io ho pensato che la nostra istituzione fosse in errore. Per tanto tempo ho combattuto, a modo mio, la battaglia per l’ingresso delle donne in Massoneria. Poi ho voluto meglio esaminare il problema. L’ho voluto esaminare allontanando da me i condizionamenti, calpestando quel drago del quale ho già parlato.
Non vi è dubbio che l’elemento femminile sia importante per il compimento dell’opera. L’elemento femminile lo si trova, però, in tutti gli esseri maschi, come l’elemento maschile si trova in tutti gli esseri femmine. L’essere emanante, il GADU, ha creato l’androgino. Ha creato un essere che aveva in se sia l’elemento maschile che quello femminile. Ad un tratto è avvenuta la separazione. Sono stati creati due esseri, uno maschio e l’altro femmina. Entrambi gli esseri sono caratterizzati, però, dalla preponderanza di un elemento rispetto all’altro. Il maschio non ha tutti elementi maschili come la femmina non ha tutti elementi femminili. Entrambi posseggono elementi dell’altro sesso. L’opera si compie solo quando la parte differente dell’essere diventa una sola cosa, quando le due componenti si uniscono e nasce l’androgino.
Ed allora, la nostra istituzione è in errore. No. L’androginia la si ottiene anche da un solo essere che ha in sè entrambe le componenti. Noi iniziati dobbiamo solo imparare come ottenerla. Ed allora perchè la nostra istituzione consegna al neofita i guanti bianchi da affidare alla polarità contraria? I guanti non debbono necessariamente esser consegnati ad un altro soggetto. I guanti sono il simbolo che ci ricorda quale deve essere il nostro compito. Quando avremo raggiunto l’androginia allora avremo consegnato i guanti alla nostra polarità contraria. Polarità che è in noi stessi.
Noi dell’Antico e Primitivo Rito di Memphis e Misraïm cominciamo il percorso iniziatico utilizzando la parte solare che è in noi stessi. Non dobbiamo e non possiamo fermarci a questo se vogliamo che si perfezioni l’opera. Se anzichè iniziare dalla parte solare si inizia dalla parte lunare, si percorre una diversa via; il risultato, però è lo stesso. Ed allora perchè la nostra istituzione non accogli fra le sue fila anche le donne? E’ solo un motivo profano quello che separa gli uomini dalle donne. Un motivo profano che per chi ha ricevuto una iniziazione non dovrebbe esistere o almeno dovrebbe essere superato immediatamente. L’attrazione fisica per un soggetto di sesso differente è un condizionamento. L’iniziato deve imparare ad agire senza condizionamenti. I condizionamenti sono la lebbra che ricopre l’uomo e che l’iniziazione insegna ad abbandonare. Il condizionamento è il drago che l’iniziato, come san Giorgio, deve imparare a domare. Coloro che hanno, più che fondato, rifondato la nostra istituzione, hanno ritenuto dover imporre questa scelta che hanno considerato la meno pericolosa per la solidità dell’istituzione stessa. A loro ci inchiniamo.

 

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